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Davide e Golia

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La storia biblica narra come Davide, un semplice pastorello, riesce ad uccidere il terribile gigante Golia Davide si offrì di andare a combattere contro il temuto gigante Golia, è convinse il re Saul dicendogli che quando pascolava le pecore era stato costretto ad affrontare e uccidere orsi o leoni e la provvidenza non l'aveva mai abbandonato.

Non appena vide il gigante Golia, David estrasse fulmineo un sasso e preparata la fionda lo scagliò contro il gigante e lo colpì alla fronte. Il gigante Golia cadde a terra, allora David gli sfilò la spada e gli tagliò la testa.

Michelangelo decise di scolpire il David proprio nel momento in cui si apprestava a combattere con il gigante Golia.

Il David ha le sopracciglie aggrottate lo sguardo penetrante ed intenso indice di persona mentalmente concentrata e che unisce all'intelletto l'uso della forza per colpire il nemico.

Per scolpire gli occhi Michelangelo perfezionò la tecnica di perforare le pupille affinché potessero evitare la luce e creare un gioco di ombre che rende gli occhi molto più penetranti.

Le mani e la testa sono leggermente sproporzionate rispetto al resto del corpo, questo perchè Michelangelo voleva sottolienare l'intelligenza dell'essere umano (testa) e il valore dell'azioni realizzate attraverso le mani. Il commento che rende giustizia a questo capolavoro della scultura rinascimentale l'ha espresso Giorgio Vasari nelle Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori nell'edizione del 1550 «[…] e veramente che questa opera ha tolto il grido a tutte le statue moderne et antiche, o greche o latine che elle si fossero […] perché in essa sono contorni di gambe bellissime et appiccature e sveltezza di fianchi divine; né mai più s'è veduto un posamento sì dolce né grazia che tal cosa pareggi, né piedi, né mani, né testa che a ogni suo membro di bontà d'artificio e di parità, né di disegno s'accordi tanto.

E certo chi vede questa non deve curarsi di vedere altra opera di scultura fatta nei nostri tempi o ne gli altri da qualsivoglia artefice». Adesso non vi resta che andare all'Accademia delle belle arti di Firenze per ammirare questa meraviglia.